Pillole di Sociale/ Coinvolgere i nativi digitali

Come coinvolgere e attrarre i nativi digitali 

 

I visitatori dei musei sono stati studiati con attenzione e sicuramente può dire di conoscerne spinte motivazionali e interessi, ma cosa possiamo dire di conoscere dei visitatori di domani, di quelli coloro che saranno il nostro futuro?

 

Spesso le generazioni di cui parliamo, vengono inscatolate e classificate attraverso termini gruppali, quali Millennials, o generazione Y, anche se oramai buona parte di loro possono essere considerati già la generazione attuale di adulti veri (i millennials sono i nati tra il 1980 e il 1995), e sono la generazione più popolosa del mondo contemporaneo.

 

Già da qualche anno questa generazione è l’ossessione degli esperti di marketing, di comunicazione, di pubblicitari e strateghi della vendita. Il punto è che questa fetta di generazioni, nonostante una buona cultura generale (si pensi al confronto con coloro nati semplicemente 25 anni prima) dedica ai musei solo una piccolissima parte del tempo libero, molto meno di quanto spende per altre attività come mangiare fuori, andare al cinema, ai concerti, a teatro o in palestra. 

 

Cosa fare dunque per attirarli, per trasformarli in visitatori, soddisfatti e con una voglia matta di tornare al museo?

 

Il discorso generazionale è un grande problema. La rivoluzione può essere soltanto in una prospettiva di politica culturale più ampia, che coinvolga non soltanto le istituzioni preposte alla cultura.

 

La speranza è nelle fasce più giovani, che possano ricevere un imprinting positivo sui luoghi museali attraverso le nuove forme di coinvolgimento più adatte a loro. Non che vi siano forme inadatte ma sicuramente esistono linguaggi a loro più semplici, accattivanti e comprensibili. Il gaming, ad esempio, può essere sicuramente una strada, anche se può considerarsi un “offerta esca” per attrarli, mentre sempre di più la necessitò sembra essere qualcosa in grado di prendere il pubblico rispondendo alle nuove necessità generazionali, che per forza di cose sono diverse da quelle degli ultimi anni.

 

Per questo motivo le soluzioni che si stanno preordinando sono i luoghi cosiddetti di contaminazione tra antico e contemporaneo, gli spazi fruibili con scopi diversi, per lavorare, svagarsi e fruire della cultura.