Pillole di Sociale: il museo e il processo di marketing basato sull’experience

Pillole di Sociale: il museo e il processo di marketing basato sull’experience

 

L’idea di Esperienza è ormai il punto centrale di tutte le attività ed iniziative culturali e non di questi ultimi anni. Per quanto possa sembrare un passaggio chiave per attivare nuovi pubblici, il rischio di focalizzarsi sul trovare nuove strade per vendere experience, questo rischia di creare una diversa visione della cultura.

 

L’esperienza, per definizione, implica l’utilizzo di almeno tre dei cinque sensi umani. L’aggiunta quasi sistematica di un elemento tecnologico inserisce anche una nuova dimensione: quella virtuale, che si estende anche all’utilizzo dei social. Può questo arricchire il senso del nostro patrimonio culturale?

 

Qual è oggi la mission del museo? E’ chiaro che esso non può essere solo un contenitore destinato alla conservazione e all’esposizione ma deve valorizzare il patrimonio che contiene ‘comunicandolo’ nel modo giusto ai suoi utenti.

Lo strumento migliore per arrivare a questo risultato è considerato oggi da molti lo storytelling.

Cos’è lo storytelling? L’espressione moderna si riferisce a tecniche studiate per comunicare contenuti, idee, valori e sempre più largamente applicate nel settore della promozione aziendale. Ma il principio è antico quanto l’uomo, e può essere agevolmente trasferito ad altri campi. Raccontare storie è da sempre un modo eccellente per trasferire conoscenza ed esperienza, creare identità (individuale e collettiva), garantire continuità dei saperi, preservare culture, progettare il futuro.

 

Il turismo di massa porta oggi nei musei un pubblico molto eterogeneo, e lo storytelling dovrebbe servire appunto a farlo sentire parte di una comunità, a trasformare il visitatore casuale in essere umano coinvolto. Non deve fornirgli (soltanto) nozioni, ma fargli vivere esperienze attraverso forme di comunicazione museale innovative, capaci di portare il visitatore a interagire.

Interattività non vuol dire banalmente toccare uno schermo e accedere a informazioni di vario tipo.

Lo storytelling rappresenta allora il futuro dei nostri musei?

 

Tratto da Storytelling d’autore per il museo 4.0