Pillole di Sociale: la dimensione della prossimità

LA DIMENSIONE DELLA PROSSIMITÀ

La “prossimità” nasce dalla consapevolezza di un bisogno qualificato condivisa tra più persone, accomunate generalmente dalla vicinanza territoriale. Uno di quei bisogni sui quali si può misurare il grado di civiltà e di progresso di una società, da quelli primari ai bisogni relazionali. Prossimità, quindi, si può intendere come disposizione a sentire anche come propri i problemi di chi è accanto e da cui far scaturire una risposta basata sull’impegno attivo di coloro che esprimono il bisogno e che quindi divengono essi stessi produttori della soluzione a quel bisogno. Gli esempi sono moltissimi: esperienze di co-housing e forme di solidarietà condominiale, con il reciproco sostegno tra gli abitanti rispetto a bisogni quali la cura dei figli, la vicinanza a persone anziane o comunque in condizioni di fragilità; acquisti solidali in cui chi è in difficoltà può trovare generi alimentari e sostegno per percorsi di reinserimento; gruppi di acquisto; comitati di cittadini che prendono in carico il territorio in cui risiedono, ne ristabiliscono il decoro, costruendo nuove forme di socialità e di mutuo aiuto; immobili destinati a degrado, che vengono ristrutturati e diventano la casa di molteplici attività aggregative e di servizio alla cittadinanza, gestite con l’impegno diffuso di cittadini e loro associazioni; orti urbani in cui i cittadini soddisfano una parte del proprio bisogno alimentare e instaurano nuove relazioni e molto altro.

 

In questi ed altri esempi vi è di solito di una pluralità di attori: gli enti locali, che spesso partecipano anche economicamente ai processi; soggetti di terzo settore consolidati, dalla cooperazione sociale, all’associazionismo, alle organizzazioni di volontariato; soggetti informali quali gruppi di cittadini, spesso aggregati senza specifiche forme giuridiche, o anche soggetti economici del territorio come i commercianti.

 

Gli interventi di prossimità racchiudono in sé quindi un insieme di elementi positivi. Vedono chi esprime il bisogno come protagonista di risposte; possono generare livelli di benessere sociali difficilmente conseguibili con le strategie basate sulla mera offerta di servizi.

 

La prossimità, la disponibilità dei cittadini a spendersi su interessi generali e beni comuni, non è un dato scontato.

Questo approccio a cui ci ispiriamo come cooperativa vuole essere il primo spunto per creare risorse condivise per la comunità, cercando risorse non solo attraverso il nostro operato ma attraverso la condivisione e la cura del territorio con coloro che realmente lo costituiscono

 

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